Il diario

Tutto per un raggio di sole

quando  ti accorgi che questo giro in bici è il più faticoso della tua vita quando sai per certo che tutto il paese sente le tue grida mentre inveisci contro le tue figlie in bici che sgusciano qua e là come le anguille incuranti di ogni macchina che passa quando realizzi che in una mattina di novembre stai portando a scuola le tue figlie senza un briciolo di responsabilità e che sei una sciagurata perchè in mezzo al traffico dell’ora di punta nessuna mamma sana di mente cavalcherebbe la sua bici carica di borsa, computer e sporte di tela piene di fogli sparsi, mentre accanto a lei ci sono due A minuscole che pedalano forsennatamente per tenere il passo e orgogliosamente dimostrare che sono grandi quando una delle due A è una treenne sulla sua bici con le rotelle e l’altra A una cinquenne che ha appena imparato ad andare senza rotelle quando senti i sudori freddi e da una parte vorresti che la strada fosse deserta e i sensi tutti unici a tuo favore, mentre dall’altra ti immagini come sarebbe semplice se le due A minuscole avessero già molta dimestichezza  con la segnaletica stradale quando sai per certo che il tono della voce che usi per richiamare all’ordine due minuscole anarchiche della strada supera di svariati decibel il tono che usi normalmente in casa (già smodatamente alto) allora ti viene il dubbio che quel misero raggio di sole uscito all’alba di una mattina di novembre e capitato lì per caso in mezzo alle giornate uggiose degli ultimi tempi, ti abbia completamente ubriacata e per un attimo – quello in cui ha proposto alle tue figlie di andare a scuola in bici – abbia accecato la tua ragione.

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