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Tagli, tocca anche ai bidelli

Da settembre 2009 ci saranno almeno 110 posti in meno per quanto riguarda il personale tecnico-amministrativo nelle scuole di tutta la provincia di Pavia.

 

Una misura del piano Gelmini-Tremonti, che a livello nazionale taglia 45mila posti di lavoro per i prossimi tre anni. Anche a partire da questo dato la Cgil-Scuola ha proclamato lo sciopero generale, per il 18 marzo, nell’ambito scuola, università e ricerca.  Quelle sul personale sono proiezioni, che a livello nazionale, sono state elaborate dalla Cgil Flc, la Federazione lavoratori della conoscenza. Le stime per i docenti sono più difficili da fare, perché si è in attesa del decreto ministeriale sugli organici. Per la Regione Lombardia dovrebbe parlarsi di 3500 posti di lavoro in meno, di cui circa la metà nella primaria e circa 900 nelle scuole medie.  Lo sciopero di mercoledì 18 marzo servirà a ribadire i «no» a questa situazione. Per la Lombardia la manifestazione si concentrerà su Milano (partenza alle 9.30 dai Bastioni di Porta Venezia e arrivo alle 11 in piazza Duomo). Uno sciopero per «ribadire la resistenza alla riforma Gelmini e alla sua politica dei tagli – spiega Silvio Torre, Cgil – I dati sulle iscrizioni dicono che i genitori hanno bocciato il maestro unico».  Ancora non si può quantificare definitivamente quanti docenti in meno ci saranno a settembre: senza il decreto sugli organici si possono fare solo stime a partire dal piano per i prossimi tre anni del ministro. «Ma ci saranno sicuramente i tagli sul personale Ata – aggiunge Torre – questo è preoccupante, perché mette in difficoltà le scuole, anche sul piano della sicurezza. Si andrà verso un’esternalizzazione dei servizi».  Non ci sono solo le riflessioni sul futuro della scuola primaria. «C’è la grossa incognita dei tagli alle medie – spiega Torre – per la Lombardia saranno 917 posti in meno, solo per le medie». A questo si aggiunge il disegno di legge Aprea, sulla riforma del reclutamento del personale docente. «Prevede sostanzialmente la chiamata diretta del personale dalle scuole – spiegano dalla Cgil – e introduce la differenza tra insegnanti all’inizio della carriera ed esperti». Niente più graduatore. Ma lo sciopero mette insieme tutti i livelli dell’istruzione. Quindi anche l’università. E la riduzione dei fondi. «C’è una penalizzazione dei giovani senza il turn over – spiegano dall Cgil – Oltre ad una riduzione del Fondo di finanziamento ordinario». Altra preoccupazione: la riforma delle superiori. Rimandata di un anno dal ministro Gelmini. «Siamo in attesa e siamo preoccupati», dice Silvio Torre. Perché non si intravedono misure migliorative rispetto al piano presentato nei mesi scorsi. Marianna Bruschi

(fonte: la Provincia Pavese dell’11 marzo 2009)

 

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