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Appello al Presidente Napolitano per le famiglie in attesa di adozione internazionale in Cambogia

Il Collettivo di aspiranti genitori adottivi in Cambogia chiede di  firmare una petizione rivolta al Presidente Napolitano, per poter portare a casa i figli adottivi a loro assegnati. Questa disavventura coinvolge  anche una coppia di Pavia, che ha già due bambini biologici. 

Ogni adesione e questa petizione potrebbe essere determinante per portare a casa circa 150 bambini cambogiani, letteralmente "bloccati" nel loro paese (dove non c’è nessuno che possa prendersi cura di loro) per questioni burocratiche. E per "casa" si intendono le famiglie italiane che hanno già adottato a tutti gli effetti questi bambini e aspettano solo di poterli portare in Italia a vivere con loro.

Dallo scorso marzo, infatti, i destini di circa 160 famiglie italiane e dei rispettivi figli adottivi in Cambogia sono appesi ad un sottilissimo filo di promesse, impegni e trattative che nei prossimi giorni finirà per essere inesorabilmente reciso.

Il 17 Novembre il governo Cambogiano ha approvato in Senato una legge volta a rendere le procedure adottive in Cambogia più trasparenti e in linea con i criteri previsti dal Permanent Bureau della Conferenza dell’Aja. Sembrerebbe uno sviluppo pienamente positivo se non fosse che, con l’approvazione di questa legge, tutti i dossier pendenti (ovvero anche quelli con un abbinamento in corso da 12/18 mesi, per cui sono già state espletate presso il Governo Cambogiano tutte le pratiche preliminari, incluso il versamento degli oneri finanziari previsti) dovranno rispettare i criteri della legge appena approvata in Cambogia, in maniera retroattiva.

Ciò significa che tutti quelli che erano stati scelti come genitori di questi bambini, da un giorno all’altro potrebbero non avere più le caratteristiche per esserlo. In particolare le coppie che hanno superato i 45 anni di età e le coppie con più di un figlio, verranno tagliate definitivamente fuori dalla procedura adottiva, anche se già abbinate ad un bambino. Molti di loro perderanno il bambino o la bambina di cui, da tempo, tengono le fotografie appese al frigo. Molti di loro perderanno figli di cui si sentivano già genitori, perché erano stati autorizzati a farlo.

Ma soprattutto tutto questo significa per quei bambini perdere la famiglia appena trovata. Molti di loro vivono in stato di abbandono in un istituto fin dalla nascita, altri vi sono arrivati dopo anni passati per le strade di Phnom Penh a mendicare o a svolgere lavori di fortuna. Alcuni hanno 6, 7 perfino 8 anni e questo nuovo assetto li condannerà ad una vita da orfani, molto prima che venga messa a punto la nuova legge e che si capisca cosa ne sarà di loro. Altri bambini presentano importanti patologie e sebbene avessero già trovato una famiglia italiana pronta ad accoglierli, non potranno più raggiungerla ed avere una possibilità di vita.

Sono in gioco le vite di bambini che rischiano di essere abbandonati per la seconda volta. La Cambogia non dispone di un sistema di previdenza sociale in grado di prendersi cura di loro e per molti di questi bambini non ci sarà una seconda occasione.

Al Presidente Napolitano le coppie del Comitato, chiedono di intervenire attraverso le vie diplomatiche, affinché sia consentito loro di concludere il proprio iter adottivo in base alla legge vigente al momento del deposito/abbinamento.

La petizione.

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