Il diario

Il gioco delle mamme

Entrano ed escono dal gioco del "Giochiamo alle mamme?" con una naturalezza che conferma all’universo mondo che, nonostante Violetta, Harry Potter (A la grande lo sta divorando), lo smalto sulle unghie, il tablet, il costume a due pezzi e tutti i pudori del caso, loro sono ancora due A minuscole. Dentro il gioco della mamme, però, sono mamme e donne navigate. "Facciamo che io ero D  e che mia figlia si chiamava E" "Ok,  io invece ero tua sorella e mi chiamavo L e mia figlia si chiamava G" "Poi c’erano i nostri mariti e poi c’era l’amichetta D" Stabilito questo, le due A si immedesimano nei loro personaggi e li fanno parlare a voce alta, si scambiano pareri sulle faccende di casa e del condominio, fanno telefonate di lavoro e sgridano le loro figlie. I loro avatar e rispettivo parentame si riuniscono anche a tavola con la famiglia B, e certe volte qualcuno viene severamente rimproverato. "Mamma, hai starnutito su E!" "Papà non hai servito la pasta a G!" "Ah…perché sono a tavola con noi in questo momento?" "Eeehh maganga???!!!!" (che è un nuovo modo per dire "eh..ma dai?) Quando devono uscire dal gioco per accordarsi su alcuni dettagli, bisbigliano. Meno male che alla sera, quando la Mamma legge alle minuscole, dei loro avatar non rimane nessuna traccia. Se dovesse affrontare anche le domande, le interruzioni e le divagazioni degli esseri che popolanoi giochi delle A minuscole potrebbe uscire pazza.

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