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Lettera dei sindaci: «Non cancellate le scuole»

Affollata assemblea a Valle Salimbene contro i tagli annunciati. In campo gli insegnanti e i genitori. Un appello ai parlamentari. Sono a rischio i plessi fino a 50 allievi, intanto si fanno i conti per vedere chi è toccato.

VALLE SALIMBENE. Si è discusso il futuro delle realtà scolastiche della Bassa nell’incontro che si è svolto mercoledì sera in municipio. Piccole scuole di piccoli paesi che comunque sono considerate da molti una risorsa da non perdere, ma che ora vengono messe in discussione dal decreto Gelmini. Proteggere questo patrimonio è la parola d’ordine.
Sarà questo il senso della lettera che alcuni sindaci del territorio intendono scrivere ai parlamentari pavesi. Un appello a tener conto della sorte di cinque plessi con un numero inferiore ai cinquanta bambini come è previsto dal decreto ministeriale per consentire il mantenimento della struttura scolastica. Enti comunali e istituti comprensivi quindi già al lavoro per raccogliere dati e numeri. Essi consentiranno una visione dettagliata della situazione dell’intero territorio. «Gli Enti comunali si troveranno in grande difficoltà – spiega il sindaco di Valle Salimbene Roberto Moscheni – per il trasporto dei bambini nelle scuole dei centri più grandi». Il primo cittadino di Belgioioso Fabio Zucca parla di un decreto che mette in difficoltà le famiglie, i comuni e la società: «La scuola di Belgioioso non ha aule per accogliere questi alunni e neppure i fondi necessari per realizzare nuove strutture». Margherita Canini, sindaco di Albuzzano, salva la riforma sulla necessità di introdurre regole, ma è perplessa sulle poche risorse economiche dei comuni per gestire il dopo scuola. I rappresentanti delle organizzazioni sindacali, Elena Maga, Stefano Granata, Marco Bianchi e Silvio Torre hanno spiegato in modo preciso i punti salienti del decreto. Attenzione e preoccupazione da parte dei sindaci presenti, una decina, ma anche da parte dei dirigenti scolastici degli istituti comprensivi del Basso Pavese. «Si attendono le direttive che darà la Regione sui piani di dimensionamento provinciali – spiega Bianchi, segretario regionale Cisl scuola – sarà decisa la sorte dei piccoli plessi scolastici». Il problema riguarda in modo particolare i bambini della materna. «Spesso una conquista difficile per gli Enti comunali che hanno voluto venire incontro alle famiglie – sostiene Elena Maga segretario confederale Cisl – ora le scuole d’infanzia di piccole dimensioni sono destinate a scomparire». Altro punto che potrebbe determinare la progressiva scomparsa di plessi che ora non presentano problemi è l’innalzamento del numero minimo di allievi per classe. Parla di smantellamento della scuola pubblica Silvio Torre, segretario Cgil scuola, che però ritiene che la partita sia ancora da giocare sui piani attuativi. «Attendiamo le disposizione del Ministero, non pensiamo che vi siano già scuole a rischio, come quelle di Inverno e Gerenzago, anche se siamo preoccupati, soprattutto per il problema dell’edilizia scolastica insufficiente ad accogliere nuovi bambini», afferma Amos Marangon, dirigente scolastico di Villanterio.
Stefania Prato

(fonte: la Provincia Pavese – 24 ottobre 2008)

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